La città scaligera è un'importante meta turistica, visitata ogni anno da più di tre milioni di persone,in virtù della sua ricchezza artistica e architettonica, e per le numerose manifestazioni internazionali che vi si tengono.
La città è stata dichiarata PATRIMONIO DELL'UMANITA, per la sua struttura urbana e per la sua architettura: Verona è un chiaro esempio di città che si è sviluppata progressivamente e ininterrottamente durante duemila anni, integrando elementi artistici di altissima qualità dei diversi periodi che si sono succeduti; rappresenta inoltre in modo eccezionale il concetto di città fortificata in più tappe determinanti della storia europea.
La città sorge lungo le rive del fiume ADIGE, nel punto in cui questo entra nella PIANURA PADANA e forma un caratteristico doppio meandro, a una trentina di chilometri a est del LAGO DI GARDA. È situata a 59 metri sul livello del mare, ai piedi dell'appendice meridionale dei MONTI LESSINI e il COLLE DI SAN PIETRO.
Anticamente la città era un punto nodale di tutti i sistemi di trasporto terrestre e acquatico dell'Italia nord-orientale. Al TEMPO DEI ROMANI , infatti, era il punto di incontro di quattro strade consolari: la VIA GALLICA, la via CLAUDIA AUGUSTA, il VICUM VERONENSIUM e la VIA POSTUMIA. Ancora oggi Verona costituisce un importante nodo geografico - stradale, ferroviario e autostradale -, al crocevia tra le direttrici che collegano l'Italia centrale e nord-occidentale con il PASSO DEL BRENNERO.
Verona presenta numerosi monumenti di EPOCA ROMANA, costruiti tutti dopo il I secolo a.C., quando ci fu la ricostruzione della città all'interno dell'ansa DELL'ADIGE. Il monumento più famoso in assoluto, diventato simbolo della città stessa, è L'ARENA, il terzo anfiteatro romano in Italia per dimensione dopo il COLOSSEO e L'ANFITEATRO CAPUANO,ma il meglio conservato tra questi, tanto che viene utilizzato oggi per ospitare il famosoFESTIVAL LIRICO ARENIANO, oltre a numerosi concerti.
Altro famoso monumento è il TEATRO ROMANO, del I secolo a.C., ma tornato alla luce solo nel 1830, quando gli edifici che letteralmente lo ricoprivano vennero abbattuti. D'estate si tengono nel teatro una serie di spettacoli che prendono il nome di ESTATE TEATRALE VERONESE.
Sono entrambe del I secolo d.C. le due porte romane che si aprivano nelle mura della città (mura di cui rimangono ancora visibili alcuni resti): PORTA BORSARIe PORTA LEONI. Della prima è ben conservata tutta la facciata, mentre della seconda rimane solo metà della facciata interna. Un'altra porta romana è L'ARCO DEI GAVI, posto sulla VIA POSTUMIA che portava verso il centro abitato, e dedicato ad alcuni membri della gens Gavia.
Sempre di epoca romana è il PONTE PIETRA, l'unico ponte romano ancora ben visibile della città, poiché del PONTE POSTUMIO, crollato nel 1153, si può vedere oggi solo la base dei piloni durante le secche dell'Adige. Il ponte Pietra è composto da cinque archi, quattro dei quali furono fatti saltare nel 1945 dai tedeschi in ritirata, e vennero poi ricostruiti con le pietre recuperate dal fiume. Caratteristico e pittoresco è l'utilizzo di diversi materiali.
Presso PIAZZA ERBE, corrispondente all'antico foro romano, sono presenti nei sotterranei di numerosi edifici i tracciati di strade, fognature e i resti di case e di una basilica romana. Una parte di esse sono visibili lungo il percorso del CENTRO INTERNAZZIONALE DELLA FOTOGRAFIA DI VERONA, un museo sotterraneo creato dal recupero dell'area negli anni settanta, lavori intrapresi per poter dare un assetto definitivo ai numerosi resti archeologici romani e medioevali presenti nelle fondazioni della zona del PALAZZO DEL TRIBUNALE.
Epoca medioevale
L'ALTO MEDIOEVO ha lasciato a Verona pochi ricordi, a causa del devastante terremoto del 3 GENNAIO 1117 che ebbe come EPICENTRO proprio il veronese, e vide la città fortemente danneggiata. A causa del terremoto crollò addirittura parte dell'anello esterno dell'Arena, lasciandone in piedi solo una porzione, che fu danneggiata ulteriormente in un successivo terremoto nel 1183, creando così l'attuale suggestiva forma dell'Arena con la sua "ala". Inoltre molti palazzi e quasi tutte le chiese, i monasteri e i monumenti vennero seriamente danneggiati, se non distrutti: questo fatto ha lasciato lo spazio per una forte diffusione del ROMANICO come stile della ricostruzione.I principali monumenti sono dunque databili successivamente al XII secolo. In particolare questo periodo vide un grande sviluppo di edifici di culto, il più famoso dei quali è forse la BASILICA DI SAN ZENO, considerata uno dei capolavori del romanico in italia, e legata all'omonima ABBAZZIA, di cui rimangono la torre e alcuni chiostri.
Importante è anche il DUOMO, il cui nome sarebbe più propriamente cattedrale di Santa Maria Matricolare, nato dalle ceneri di due chiese paleocristiane crollate per colpa del terremoto.
Epoca scaligera
Quello scaligero è stato un periodo positivo per Verona sotto il profilo urbanistico: esso infatti ha visto la costruzione di molti edifici e monumenti tutt'oggi visibili. Il centro storico, (in particolare piazza Erbe,PIAZZA DEI SIGNORI e PIAZZA SAN ZENO, presenta edifici nati durante la SIGNORIA, come il PALAZZO DEL PODESTA, che venne abitato certamente da ALBERTO I DELLA SCALA, e fu probabilmente adibito a dimora dei signori della città. Nel palazzo trovarono ospitalità anche molti uomini illustri, tra cui spiccano personalità di primo piano come DANTE e GIOTTO, che durante il suo soggiorno eseguì, secondo GIORGIO VASARI, alcuni ritratti di CANGRANDE I, che però sono andati perduti. Altro importante palazzo scaligero è il palazzo di Cansignorio, la cui costruzione venne decisa da Cansignorio, terminato probabilmente nel 1363. Questo edificio originariamente era un palazzo-fortezza, dotato di tre grandi TORRI agli angoli del fabbricato. In alcuni scritti è chiamato anche Palazzo Grande, proprio per la sua imponenza. Del palazzo originario rimane un solo torrione, risistemato durante i lavori del 1882, mentre il resto dell'edificio risale al XVI secolo.Importantissimo fu il sistema difensivo costruito dagli Scaligeri, che faceva perno su CASTELVECCHIO, fatto costruire da CANGRANDE II DELLA SCALA insieme al PONTE SCALIGERO. Il castello venne costruito tra il 1354 e il 1376, e concepito non tanto per la difesa della città da nemici, ma come difesa verso i cittadini stessi; infatti il ponte Scaligero originariamente aveva la funzione di facilitare un'eventuale fuga del signore verso la GERMANIA, dove regnava il genero di Cangrande II. Il ponte Scaligero venne costruito nell'arco di tre anni, tra il 1354 e il 1356, e la sua robustezza gli consentì di passare indenne cinque secoli di storia, fino alla notte del 24 aprile 1945, quando, alla fine della seconda guerra mondiale, i tedeschi, per coprire la ritirata, fecero saltare tutti i ponti di Verona. La sua robustezza è dovuta all'ampiezza delle arcate e alla mole dei piloni, studiati in modo da resistere alla diversa forza d'urto dell'Adige nei vari punti dell'ansa: infatti verso Castelvecchio, dove passa la maggior mole d'acqua, l'arcata è più lunga rispetto alle altre due, e i piloni sono più grossi. Castelvecchio ospita inoltre il più importante museo di Verona,IL MUSEO CIVICO DI CASTELVECCHIO, uno dei più interessanti dell'arte italiana ed europea. Restaurato con criteri moderni, presenta circa trenta sale e diversi settori: SCULTURA,PITTURA italiana e straniera,ARMI ANTICHE,CERAMICHE,OREFICIERIE,MINIATURE e le antiche CAPANNE cittadine.
Un importante edificio commissionato dagli scaligeri è la TORRE DEL GARDELLO, che segna una delle prime conquiste del progresso tecnologico MECCANICO: è infatti il primo orologio pubblico, consultabile da tutti. Non molto distante da questo sorgono le ARCHE SCALIGERE, un complesso funerario in STILE GOTICO, destinate a contenere le ARCHE (ovvero le tombe) dei più illustri rappresentanti della casata: racchiuse da un recinto in ferro battuto in cui ricorre il motivo della scala, simbolo della casata, i SARCOFAGI si trovano a terra o su piani rialzati. Le arche sono state indicate come uno dei più insigni e significativi monumenti dell'arte gotica. A esse adiacente si trova la CHIESA DI SANTA MARIA ANTICA, sopra al cui ingresso è posta la tomba di CANGRANDE I DELLA SCALA: il sarcofago è sormontato da una statua equestre che ritrae il signore di Verona in atteggiamento sorridente (l'originale si trova al museo vecchio).
Epoca veneziana
L'epoca della dominazione veneziana a Verona fu molto feconda soprattutto per l'edilizia privata e militare. In particolare, protagonista assoluto del XVI secolo fu l'architetto veronese Michele Sanmicheli, che abbellì Verona di numerosi palazzi, e venne scelto dalla Serenissima per la costruzione delle porte d'ingresso alla città. Porta Nuova è un esempio dello stile sanmicheliano: eretta tra il 1535 e il 1540, la sua posizione andava a generare l'importante corso Porta Nuova, che si conclude ai portoni della Bra. Le due facciate sono costruite in ordine dorico: quella verso la città in tufo, mentre la facciata rivolta verso la campagna in pietra bianca. La porta è importante anche storicamente perché durante una serie di rivolte, dette pasque veronesi, contro le guarnigioni napoleoniche, rimasero intrappolati all'interno circa duecento soldati francesi, che avevano cercato di difendere la porta.Ci fu successivamente anche la costruzione di porta Palio, tra il 1542 e il 1557, che, nonostante la minore importanza rispetto porta Nuova, appare più interessante sotto il profilo culturale e artistico: di pianta rettangolare, verso l'esterno presenta tre archi con colonne doriche, all'interno cinque archi, ognuno munito di due colonne. La facciata esterna riprende schemi compositivi desunti dal teatro romano di Verona.
Vi è poi Porta San Zeno, conclusa nel 1542, la cui facciata Sanmicheli ha interpretato come un arco di trionfo, con colonne di ordine ionico, e molte decorazioni (come medaglie, stemmi e fregi). In questo caso come materiale sono stati utilizzati, oltre a pietra bianca, anche mattoni rossi, molto utilizzati soprattutto negli edifici scaligeri.
Sempre opera del Sanmicheli sono palazzo Canossa, palazzo Pompei, palazzo Bevilacqua, e palazzo Della Torre. Quest'ultimo, però, secondo alcuni critici è ritenuto opera di Domenico Curtoni nel XVII secolo. L'autore più probabile potrebbe essere però Bernardino Brugnoli, un parente del Sanmicheli, che lavorò spesso con lui, e dunque prese in parte il suo stile e la sua tecnica.
Sicuramente opera di Michele Sanmicheli fu invece palazzo Canossa, costruito su commissione della famiglia dei marchesi di Canossa, una delle famiglie più antiche e illustri d'Italia. L'edificio ospitò tra l'altro, nel 1822, il celebre congresso di Verona, a cui parteciparono quasi tutti gli Stati d'Europa. Sanmicheli cercò di allineare, mediante la facciata monumentale, i fondali opposti di porta Borsari e dell'arco dei Gavi, dando un'impostazione scenografica alla via che permane tutt'oggi. Un soffitto fu affrescato dal famoso Tiepolo, ma è andato perduto durante i bombardamenti che colpirono la città durante la seconda guerra mondiale.
Palazzo Bevilacqua è uno dei palazzi più raffinati e ricchi di particolari della città, con una facciata realizzata in due ordini, quello inferiore più massiccio, e quello superiore maggiormente slanciato ed elegante. Il palazzo accoglieva celebri dipinti, tra cui La pietà della lacrima di Giovan Francesco Caroto, il Paradiso del Tintoretto, un ritratto di Donna con bambino di Paolo Veronese.
Palazzo Pompei segue lo stile neoclassico di Sanmicheli, e grazie alla donazione dai proprietari, alla loro morte, al comune di Verona del palazzo, l'edificio ospita oggi il museo civico di storia naturale, con oltre due milioni di reperti geologici, paleontologici, zoologici, preistorici e di botanica.[50]
Una storia particolare ha poi palazzo Turchi, commesso dal cavaliere Pio Turchi, e costruito pochi anni dopo la battaglia di Lepanto del 1571, dove la flotta della Serenissima sconfisse la flotta ottomana; Pio Turchi fu portavoce della comunità veronese alle grandi celebrazioni della vittoria a Venezia. Il palazzo era decorato da statue di personaggi turchi, facenti parte del bottino della battaglia di Lepanto, e ad alcune di queste venne decapitata la testa, che fu esposta in piazza delle Erbe, proprio nel luogo dove venivano solitamente mostrate le teste dei condannati a morte.
Altri palazzi, situati rispettivamente in piazza dei Signori e piazza Erbe, sono la loggia del Consiglio e palazzo Maffei. La loggia del Consiglio possiede colonne di marmo, molte sculture e affreschi, tra cui due altorilievi bronzei raffiguranti l'Arcangelo Gabriele e la Vergine Annunciata, tolti però nell'Ottocento. La loggia può considerarsi uno dei simboli maggiori del rinascimento veronese. Palazzo Maffei è un palazzo del XV secolo, ingrandito nel 1629 su decisione di Marcantonio Maffei. Costruito in stile barocco, è allo stesso tempo imponente ed elegante, su tre piani, con una facciata talmente bella da catturare l'attenzione del turista occasionale e non. Di fronte al palazzo si trova una colonna sormontata dal leone di San Marco, a cui i veronesi sono particolarmente legati.
Epoca austriaca
Simile all'arsenale nell'architettura è il Castel San Pietro, una caserma ispirata in parte ai castelli tedeschi. Nell'edificio erano presenti le camerate per l'esercito, alloggi e uffici per gli ufficiali, depositi e officine. La caserma poteva essere utilizzata da due compagnie di fanteria e 32 artiglieri, per un totale di 460 soldati. Il piazzale davanti a castel San Pietro poteva essere utilizzato dall'artiglieria per colpire la città dall'alto in caso di guerra (o rivolta).
Due palazzi importanti, costruiti inizialmente a uso civile e per chiudere piazza Bra, anche se poi utilizzati dall'esercito asburgico, sono il palazzo della Gran Guardia e palazzo Barbieri, originariamente chiamato Palazzo della Gran Guardia Nuova. La costruzione del palazzo della Gran Guardia è stata molto lunga e travagliata, iniziata già nel XVII secolo. Nel 1848 i lavori erano ancora in corso, e furono fermati perché l'edificio venne utilizzato dall'esercito austriaco durante la prima guerra d'indipendenza. La Gran Guardia fu finalmente conclusa nel 1853. Grazie alla sua mole e alla sua forma è riuscita a tenere testa all'Arena, che si trova a poche decine di metri di distanza, oltre i giardini di piazza Bra. Palazzo Barbieri è un edificio in stile neoclassico progettato dall'ingegnere Giuseppe Barbieri; la sua costruzione iniziò nel 1836 e venne portata a termine nel 1848. Durante l'occupazione austriaca il palazzo fu adibito prevalentemente a usi bellici e solo dopo l'unione del Veneto al Regno d'Italia si scelse, per la sua importanza e la sua centralità, di destinarlo a sede degli uffici comunali.
Edificio molto importante è il Teatro Nuovo, inaugurato il 12 settembre 1846, con la rappresentazione dell'Attila di Verdi. Nel teatro si svolsero numerosi episodi di insofferenza verso il dominio austriaco: il primo, già all'inaugurazione del teatro, vide il veronese Vittorio Merighi comporre un sonetto patriottico dedicato alla prima donna dello spettacolo, che entusiasmò il pubblico. Questo fatto portò disagio alla polizia austriaca (che nemmeno si era accorta dell'accaduto), dato che il componimento riportava:
« Donna, il vento ora mugge, e la procella gravida rota, e tuon freme che intima ad Austria morte, e Italia a vita appella » |
Società
Evoluzione demografica
Del periodo antico e medievale sono presenti solo calcoli approssimati circa la popolazione residente nella città di Verona: si è stimato che la popolazione nella Verona del I secolo d.C. si attestava sui 25.000 abitanti, scesi poi ai circa 10.000 abitanti nella Verona dei primi anni 1000. Dati certi si hanno invece a partire dal 1472: questi mostrano come la crescita della popolazione, invece di seguire uno sviluppo regolare nel tempo, procedette attraverso sbalzi intermittenti con aumenti e cali (anche repentini) del numero di abitanti. Le cause principali di queste oscillazioni sono le calamità che colpirono la città (malattie, esondazioni dell'Adige), le guerre e le depressioni economiche.[52]A partire dal 1472 vi furono principalmente due momenti in cui avvenne un drastico e repentino calo della popolazione. Tra il 1501 e il 1514, quando la popolazione scese da 50.084 abitanti a 31.184 abitanti,[53] con un calo del 37,7% della popolazione, a causa della pestilenze (1511 e 1512) e delle pesti (1510 e 1511) che colpirono in quegli anni la città.[54] Ancora maggiore fu il calo dopo l'ultima grande peste che colpì l'Italia settentrionale nel 1630:[54] se nel 1630 Verona contava 53.036 abitanti, solamente l'anno successivo la popolazione era scesa a 20.987 abitanti, con un calo del 69,4% della popolazione.[53]
Verificando i dati raccolti durante i censimenti generali sulla popolazione residente a Verona si può osservare che dal 1871 (anno del primo censimento nel Veneto) fino al 1936 (unico anno in cui vi è un censimento intermedio) la popolazione cresce abbastanza stabilmente, mentre a partire dalla fine della seconda guerra mondiale vi è stato un rapidissimo incremento della popolazione, che passa dalle 178.415 unità del 1951 alle 266.205 unità del 1971, con una crescita di quasi il 50% in soli venti anni. Dal 1971 al 2001 vi è stata invece una leggera flessione, e la popolazione residente è scesa a 253.208 abitanti (contemporaneamente però vi fu una grande crescita della popolazione residente nell'area metropolitana).
Dal 2001, anche grazie all'aumento degli stranieri immigrati, vi è stato invece un aumento costante dei residenti, che sono tornati al livello del 1971.
In questo lungo arco temporale l'area urbana si è trasformata, e dalla città racchiusa all'interno della cerchia muraria si è giunti ad un'area metropolitana di 714.274 abitanti ed estesa su 1.426 km², grazie alla progressiva incorporazione di piccoli comuni che circondano la città che ormai vanno a formare con essa un complesso tessuto urbanistico.[55][56]
Abitanti censiti
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